Fuori dalla norma, dentro la norma: la nuova figura professionale del progettista sociale

La figura del progettista sociale ha acquisito un ruolo sempre più centrale negli ultimi anni, rispondendo alla necessità di sviluppare progetti a forte impatto sociale e comunitario. Nel 2019, questa professione ha trovato una regolamentazione ufficiale con l’introduzione della norma tecnica UNI 11746, la prima in Italia e in Europa a definire standard chiari per la progettazione sociale.

Progettista Sociale: Più di un “Cercatore di Fondi”

Spesso il progettista sociale viene confuso con il fundraiser o con chi si limita a rispondere a bandi di finanziamento. Ma la realtà è molto diversa: il progettista sociale è una figura multidisciplinare, che crea, gestisce e valuta progetti per migliorare il tessuto sociale. Oltre a rispondere a bandi, gestisce l’intero processo, dall’ideazione alla valutazione dell’impatto finale.

Per rendere più chiaro questo ruolo, preferiamo definirlo Sviluppatore Sociale: un professionista che progetta e realizza iniziative con un impatto concreto, mettendo al centro persone e comunità.
La UNI 11746 è stata introdotta come risposta a un vuoto normativo per una professione tanto cruciale quanto complessa. Dopo sei anni di studi e confronti tra l’Ente Italiano di Normazione e organizzazioni come il Forum Nazionale Terzo Settore, Anpal e l’Associazione Italiana Progettisti Sociali, questa normativa ha definito i requisiti base per operare come progettista sociale.
Ora, chi sceglie questa strada può contare su standard di competenze e abilità che rendono questa professione riconosciuta e qualificata.

Competenze Fondamentali per uno Sviluppatore Sociale

Ecco le principali competenze che la normativa UNI 11746 richiede:

  • Analisi dei bisogni sociali: identificare e comprendere le necessità specifiche di comunità e gruppi target.
  • Gestione completa del progetto: dalla pianificazione all’esecuzione, fino alla valutazione dell’impatto.
  • Competenze trasversali: abilità di comunicazione, promozione e organizzazione per lavorare efficacemente in team e in comunità.
  • Conoscenze normative e gestionali: basi solide di diritto amministrativo, project management e pianificazione finanziaria.

    Questa figura è essenziale in ambiti come il Terzo Settore, il welfare aziendale, la Pubblica Amministrazione, ma anche in realtà aziendali che desiderano attivare progetti di responsabilità sociale.

Avere una normativa come la UNI 11746 significa poter contare su un riferimento ufficiale che tutela sia i professionisti sia le comunità per cui i progetti sono sviluppati. Questo quadro normativo definisce standard chiari e rende più solida la figura del progettista sociale, che può operare con competenze riconosciute e un percorso di formazione ben definito.

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A cura di Valentina Sammarco

 

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