Non siamo i padroni del mondo, ma ci comportiamo come se lo fossimo

Abito di fianco a un fiume in Emilia e so bene cosa significa temere la pioggia e poi la piena! Da Valencia giungono immagini apocalittiche che mi straziano il cuore e anche In Italia siamo sempre più provati da alluvioni gradualmente più intense e frequenti. C'é gente in Romagna che ha subito 2, 3 o addirittura 4 alluvioni a distanza di pochi mesi. Ma ci rendiamo conto? Per non contare tutto il resto del territorio italiano, sempre più fragile ed esposto a serissimi rischi idrogeologici.

E come si pone la politica davanti a tutto questo? quali provvedimenti sono stati adottati? "siamo vicini alle popolazioni colpite" ma al di là delle dichiarazioni formali, nei fatti, l'unica emergenza del Paese di cui parla il Governo pare essere l'immigrazione! E gli unici stanziamenti economici urgenti vengono destinati a spese militari! Una classe politica del genere costituisce un'ulteriore calamità che si somma alle catastrofi ambientali; una combinazione micidiale per il nostro futuro. 

Si manifestano cambiamenti climatici senza precedenti. Eppure l'essere umano, imperterrito, continua a comportarsi come se avesse il controllo della natura e il mondo fosse una sua risorsa infinita, senza considerare i danni irreversibili che stiamo infliggendo al pianeta e a noi stessi.

L'inadeguatezza politica di fronte alla crisi ambientale è sconvolgente

È come se fossimo ciechi di fronte all'urgenza del cambiamento, preferendo perpetuare un modello che non solo è insostenibile, ma ci sta portando verso il collasso. Quando parlo della politica, non mi riferisco a "loro", perchè i politici sono una espressione di un sistema sostenuto dalla maggioranza di "noi".  Le alluvioni non sono semplicemente fenomeni naturali estremi: sono il riflesso della nostra incapacità di rispettare i limiti del pianeta e di agire con consapevolezza.

A livello globale, il cambiamento climatico è ormai una realtà innegabile. Le temperature aumentano, i ghiacciai si sciolgono e gli eventi climatici sono sempre più estremi. In questo contesto, le alluvioni non rappresentano un caso isolato, ma sono parte di un insieme di sintomi che indicano che stiamo distruggendo l'equilibrio naturale. Non possiamo più permetterci di fare finta di nulla.

Demolire l'antropocentrismo: verso una mentalità ecocentrica

L'antropocentrismo è una visione del mondo in cui tutto ruota intorno alle necessità dell'uomo. Questo modo di pensare è talmente radicato nella nostra cultura e società che spesso non ci rendiamo conto di quanto condizioni le nostre scelte e il nostro modo di percepire la realtà. Ma come siamo arrivati a questa visione autolesionista e devastante? E, soprattutto, come possiamo evolvere verso una mentalità matura che riconosca l'uomo come parte integrante della natura, e non come suo dominatore?

ANTROPOCENTRISMO - L'illusione Umana di Dominare la NATURA "Homo Superbus"

Le radici dell'antropocentrismo nelle esaltazioni antropologiche umane

L'antropocentrismo ha iniziato a prendere forma fin dagli albori della specie umana, che si è autodefinita doppiamente "sapiens" in modo autoreferenziale. Già nella preistoria, l'uomo ha iniziato a sfruttare la sua capacità di creare utensili e di utilizzare il fuoco per imporsi sull'ambiente. La rivoluzione cognitiva, seguita da quella agricola, industriale e scientifica, ha consolidato questa visione: l'uomo non solo presume di essere la specie dominante, ma considera le risorse naturali esclusivamente in chiave utilitaristica.

La nostra prospettiva esclusivamente basata ad uso e consumo dei nostri bisogni  

Per esempio, vediamo una mela solo come cibo, ignorando il suo contesto naturale: il frutto è il veicolo per la diffusione dei semi dell'albero, il fatto che sia anche una fonte di nutrimento per altre creature non è il suo scopo primario. Questo tipo di approccio si estende a molte altre realtà: una bistecca per noi è solo carne, non un pezzo di un animale vivente; un bosco è solo legname o un'area da sfruttare, non un ecosistema ricco di biodiversità indispensabile alla vita.

Le 3 picconate epocali all'antropocentrismo

Nonostante l'uomo abbia costruito un'immagine di sé come padrone della natura, la storia ci ha offerto numerosi "bagni di umiltà". La rivoluzione copernicana, ad esempio, ha dimostrato che la Terra non è al centro dell'universo. Darwin ha rivelato le nostre origini condivise con altri primati, scardinando ulteriormente l'idea di una supremazia divina dell'essere umano. Infine, Freud ha dimostrato che l'uomo non è nemmeno padrone del proprio io, poiché l'inconscio spesso guida le nostre azioni, rendendo l'immagine razionale che abbiamo di noi stessi un'illusione.

LA NATURA SI STA VENDICANDO? MENTALITA' ANTROPOMORFICA - Conseguenze di Umanizzare la Natura

La quarta picconata dal mondo microscopico

Un altro recente colpo al nostro egocentrismo è arrivato con la pandemia di COVID-19. Abbiamo dovuto affrontare la nostra impotenza di fronte a un virus microscopico, che ha paralizzato l'intero pianeta e messo in discussione il nostro presunto dominio nel campo medico. Questa crisi globale ha portato molte persone a riflettere ed è emersa anche una diffusa idea che il virus potesse essere una forma di "vendetta" della natura per i torti subiti dagli uomini. Anche qui, però, vediamo come l'antropocentrismo si manifesta mostrando un'altra faccia della stessa medaglia: la visione antropomorfica dove la natura viene umanizzata e percepita come una forza consapevole che agisce contro di noi.

Le alluvioni globali: quinta picconata all'antropocentrismo?

Le alluvioni sempre più devastanti rappresentano forse la quinta picconata al nostro egocentrismo: la natura reagisce all'inquinamento e allo sfruttamento indiscriminato che le abbiamo imposto. Ogni alluvione, ogni città sommersa, ogni vita in pericolo ci ricorda che non possiamo più ignorare l'impatto delle nostre azioni. Questi eventi ci mostrano come la nostra indifferenza verso l'ambiente si stia traducendo in una realtà sempre più difficile da affrontare. Le cronache quotidiane ci raccontano di comunità distrutte, di persone costrette ad abbandonare le loro case, di infrastrutture devastate e di vite spezzate. Eppure, nonostante l'evidenza di questi disastri, continuiamo a perseverare nelle stesse azioni distruttive: guerre, speculazioni edilizie, disboscamento, cementificazione incontrollata e un uso insensato delle risorse naturali.

Verso una mentalità ecocentrica: un percorso di riconciliazione con la natura

Per superare l'antropocentrismo, dovremmo compiere un cambio di paradigma. Imparare a vedere noi stessi non come il centro, ma come parte di un sistema più ampio, interconnesso e complesso. Un passo fondamentale è riconoscere il valore intrinseco degli elementi naturali, indipendentemente dal loro utilizzo per l'uomo. Le foreste non sono solo legname, ma habitat ricchi di vita e biodiversità. Così come I mari non sono solo risorse di pesca o luoghi per il turismo, ma una parte vitale dell'ecosistema globale che regola il clima e sostiene la vita.

Abbracciare filosofie ecocentriche significa adottare una cosmo-visione che riconosca la natura come una rete di relazioni di cui noi siamo parte integrante. Ritornare a una visione più umile non significa negare i progressi fatti e i bisogni umani, ma integrarli in una prospettiva che valorizzi il rispetto per tutte le forme di vita e comprenda i limiti umani di fronte ai misteri dell'esistenza.

Un nuovo equilibrio è possibile

Demolire l'antropocentrismo richiede "picconate" di consapevolezza e continui bagni di umiltà. Eventi come la pandemia e le catastrofi naturali ci mostrano quanto siamo piccoli di fronte alla potenza della natura. Possiamo scegliere di ignorare queste lezioni, oppure possiamo iniziare a riconoscerci come parte di un ecosistema più grande, evolvendo verso una mentalità che sia finalmente in sintonia con la natura e non contro di essa. Solo abbandonando la nostra arrogante presunzione potremo costruire un futuro di armonia e coesistenza.

Se ci ostiniamo a proseguire su questa strada, non sarà un dio supremo o una natura vendicativa a provocare il profetico diluvio universale, ma saremo noi stessi. È tempo di redimere la nostra coscienza collettiva e cambiare i nostri comportamenti in massa.

Come possiamo fare la differenza?

Sarebbe facile cedere alla tentazione di dire cosa dobbiamo fare. Ma la verità è che se prima non raggiungiamo un certo grado di  consapevolezza le nostre azioni diventano difficilmente costanti nel tempo. Se già poni attenzione al consumo di plastica, preferisci mezzi di trasporto sostenibili, supporti iniziative di riforestazione e riduci gli sprechi di energia, continua farlo chiedendoti cosa puoi fare di più. 

Nel frattempo  tieni presente che il Campus ha realizzato un percorso interamente dedicato a queste tematiche alla quale abbiamo deciso di dare accesso libero"Riflessioni e Dialoghi sull'Antropocene e la Crisi Ambientale"

a cura di Fausto Dalla Valentina 

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2 Risposte a “Non siamo i padroni del mondo, ma ci comportiamo come se lo fossimo”

Giorgio

Grazie Fausto! Non potevi riassumere meglio quanto stiamo dicendo nel ciclo dedicato all’Antropocene. Finché vivremo, avvolti dal “velo di Maya”, paralizzati tra le illusioni di una sistema che crediamo ci farà felice e le paure che questo stesso sistema sta producendo, l’Umanità dovrà pagare un prezzo sempre più alto di sofferenze.
Siamo stati gettati su questa Terra, senza nemmeno averci chiesto il permesso, ed è proprio qui il bello. Il nostro libero arbitrio, la nostra consapevolezza potrebbero liberare idee, risorse straordinariamente ed infinitamente migliori di tutto quello che abbiamo visto finora. Mentre alcuni radunano eserciti di uomini pronti a morie per il “nulla che avanza”, molti altri stanno organizzandosi intorno a parole come “comunità”, condivisione, equilibrio, rispetto, essere parte di un Tutto più ampio. Diciamo che abbiamo la fortuna di vivere in questo incrocio tra la “preistoria umana” ed una Storia finalmente degna di essere vissuta. Forse i drammi che ci costringo a vivere, sono proprio il campanello del risveglio e lo strappo del velo. E gli orizzonti di un nuova umanità che si prende “cura della casa comune”, che finora ci sembravo lontani perché ci erano stati preclusi, forse sono già qui.
Ti ringrazio ancora e ti invio un forte abbraccio,
Giorgio

Caro Giorgio grazie per il tuo commento e per tutto il tuo prezioso apporto nel percorso del Campus che ho potuto apprezzare da vicino!

Sono argomenti molto vasti questi, e come mi avete insegnato “occorre sviluppare una nuova cosmo-visione” per intravedere le cose in maniera più profonda , che esca dalla prospettiva del nostro piccolo io.
Io mi auguro che in molti approfittino delle tue lezioni su i 4 elementi, acqua, terra, aria ed energia presenti nel video corso del Campus. Comprese le varie riflessioni ed interscambi avvenuti nei webinar.

Grazie di cuore per la tua dedizione a beneficio di tutti su queste tematiche❤️🙏

Ti abbraccio forte e spero che ci rivedremo presto carissimo🫶

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